Il Forno Fusorio
L'impianto industriale del forno fusorio sorge a nord dell'abitato, sul greto dei fiume nelle vicinanze dì un vecchio ponte ìn pietra ad arco ogivale. Le prime notizie sul forno si trovano negli "Annali della comunità dì Pezzaze", dove negli anni 1426 e 1454 sì registrano spese e affitti inerenti il forno nuovo.
Altre fonti comunque testimoniano l'intensa attività produttiva del forno. In questo antico complesso confluivano i minerali di ferro estratti dalle miniere di Collio, Bovegno e Pezzaze, che, ridotti in barre raggiungevano poi i centri della trasformazione della media valle dove era attiva la produzione di archibugi ed armi bianche.
Acquistato nei 1874 da Francesco Glisenti, il forno continuò la sua attività fino all'inizio del '900.
PER APPROFONDIRE...
La storia del forno fusorio
Il forno fusorio di Tavernole è un antico edificio, ora nella fase conclusiva del restauro, nel quale il ferro che proveniva dall’Alta Valle si trasformava in ghisa per poi proseguire nelle fucine della Media Valle. L’impianto industriale dell’antico forno fusorio di Tavernole sorge sul greto del fiume Mella, nelle vicinanze del vecchio ponte in pietra, ad arco ogivale, nella parte settentrionale dell’abitato. Tra l'edificio del forno ed il pendio della montagna, si trovano i numerosi carbonili, dai quali il carbone di legna veniva trasportato al forno.
Le prime notizie sul forno si trovano negli “Annali della comunità di Pezzaze ” che negli anni 1426 e 1454 registrano spese ed affitti inerenti il forno nuovo. Altre fonti documentarie a testimonianza dell’intensa attività produttiva sono rintracciabili nella relazione del Governatore di Brescia, Scotti, del 1586 e nel Catastico Bresciano del Da Lezze del 1609 /10, per non citare documenti di epoca posteriore. In questo antico complesso confluivano i minerali di ferro estratti dalle miniere di Collio, Bovegno e Pezzaze, che ridotti in barre raggiungevano poi i centri di trasformazione della media valle dove era attiva la produzione di archibugi ed armi bianche
Acquistato nel 1874 da Francesco Glisenti, il forno cessò la propria attività all’inizio del ‘900.
L'attuale struttura risulta pressoché inalterata rispetto al secolo scorso, quando l'imprenditore Francesco Glisenti nel 1874 innovò le tecnologie in esso impiegate per produrre la ghisa e ne fece la tappa centrale del ciclo produttivo che, dalla miniera Alfredo di Bovegno, si completava negli stabilimenti di Villa e Carcina